I risultati degli incentivi fiscali per l’edilizia

Il Rapporto del Servizio Studio della Camera dei Deputati e del Cresme ha evidenziato con chiarezza che le detrazioni fiscali per la ristrutturazione edilizia (50%) e la riqualificazione energetica (65%) non costano nulla alle casse dello Stato. Anzi, considerando l’intero periodo di operatività degli incentivi e l’intero periodo di detrazione susseguente (1998-2016) si ha un saldo positivo di 300 milioni di euro. Le detrazioni fiscali per il recupero edilizio sono in vigore dal 1998, quelle per la riqualificazione energetica dal 2007.

Dalle stime elaborate dal Cresme emerge che gli incentivi fiscali per il recupero edilizio e per la riqualificazione energetica hanno interessato dal 1998 al 2016 oltre 14,2 milioni di interventi, ossia il 55% del numero di famiglie italiane stimato dall’Istat (25,9 milioni). Nello stesso periodo le misure di incentivazione fiscale hanno attivato investimenti pari a 237 miliardi di euro, di cui 205 miliardi hanno riguardato il recupero edilizio e poco meno di 32 miliardi la riqualificazione energetica. Il dato a consuntivo per il 2015 indica un volume di investimenti pari a 25.147 milioni di euro veicolati dagli incentivi riconducibili a 3.060 milioni di euro per la riqualificazione energetica e a 22.087 milioni di euro per il recupero edilizio.

Per quanto riguarda il 2016, le proiezioni dei dati, basati sulle rilevazioni dei primi sette mesi dell’anno, sembrano far registrare di nuovo un incremento che si tradurrebbe in investimenti pari a 29.241 milioni di euro. Se l’andamento delle proiezioni fosse confermato, il 2016 sarebbe pertanto l’anno con il maggior numero di investimenti veicolati dalle agevolazioni fiscali nel comparto della riqualificazione, con un +16% rispetto al 2015 e 1,7 milioni di domande. Gli investimenti veicolati dalle misure di incentivazione fiscale nel periodo 2011-2016 avrebbero generato un assorbimento di 1.460.223 occupati diretti, corrispondenti a una media annua nel periodo di oltre 243.000 occupati. Nel 2015 le stime riguardano 375.399 occupati comprensivi anche dell’indotto, nel 2016 l’occupazione legata a questi investimenti sarebbe di circa 436.000 unità, di cui 291.000 impiegati nell’attività edilizia diretta e 145.000 nell’indotto industriale e di servizio.

Nella stima dell’impatto delle detrazioni andrebbero considerati ulteriori aspetti che allo stato attuale appare complesso quantificare: emersione dei redditi e dell’occupazione “irregolare”, riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di CO2, valorizzazione del patrimonio immobiliare.

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